mercoledì 29 giugno 2011

EL LUGAR DONDE EL VACIO SE COME...


Oggi mi sono imbattuta in un'intervista di Clarin a Nicolas Boher, fotografo francese residente a Buenos Aires.
Fa parte di una serie di interviste a emigranti europei del terzo millennio che hanno deciso di trasferirsi qui in pianta stabile.
La descrizione che fa della città e delle sensazioni che gli suscita (che poi sono quelle che l'hanno spinto a trasferirsi qui) è splendida e avrei voluto tanto scriverla io perché mi ci ritrovo appieno.

Dice Nicolas:
"Siempre me han gustado los puertos, el sentido trágico y la melancolía exultante: Nápoles y Lisboa, las promesas y las ruinas. Tal vez sea Buenos Aires el amor más grande de mi vida y el principio de mi desesperanza. Acá ya no se trata de triunfar: todos somos oro y basura, todos somos un asilo de contingencias"
("Mi sono sempre piaciuti i porti, il senso per la tragedia e la melanconia esultante: Napoli e Lisbona, le promesse e le rovine. Che sia forse Buenos Aires l'amore più grande della mia vita e il principio della mia disperazione. Qui non si cerca di trionfare: tutti siamo oro e spazzatura, tutti siamo un ricovero di contingenze")...

Mi scuso per la pessima traduzione...rende certamente di più in spagnolo: chi può la legga nella lingua in cui è stata pensata.

sabato 25 giugno 2011

Recoleta





Il Cimitero della Recoleta, si trova nel mezzo del quartiere più inn di Buenos Aires, La Recoleta, appunto. E' il luogo di eterno riposo delle famiglie dell'aristocrazia porteña.
Anche questo luogo (che io oserei definire un'opera d'arte en plein air) come tanti altri qui, deve molto della sua bellezza al genio italiano. Difatti, la maggior parte dei materiali utilizzati per costruire mausolei, statue etc etc etc provengono dal nostro Belpaese...pensate quanti soldi doveva avere questa gente par far costruire le proprie tombe in Europa e farsele mandare via mare...e pensate cosa sarebbe potuto diventare questo paese se queste famiglie fossero state solo un po' più oneste!! ;-)

In ogni caso la cosa più affascinante, a mio modesto parere, è stare immersi nel silenzio tipico dei cimiteri pur stando nel mezzo della città...guardate la prima foto: è attorniato da edifici, di qualsiasi tipo...è come se la vita volesse aver ragione sulla morte...ma, come tutti sappiamo, è impossibile: sono le due facce della stessa medaglia! Ed è proprio per questo che il contrasto risulta molto fascinoso..

CASI TRES, MESES...

Alla fine, l'inverno è arrivato...a sorpresa. Ieri si stava un gran bene: sole, temperatura piacevole. Oggi, vento freddo dall'Antartide. E la magia di un'eterna primavera è scomparsa all'improvviso.

Ormai sto per raggiungere la data fatidica dei tre mesi da espatriata. Tempo di bilanci, direi.
Tutto sommato positivi, direi.
Alla lista delle "cose fondamentali da fare", mi manca solo da spuntare la casella 'Residenza', ma credo che a breve avrò l'onore di poter smettere di pensare anche a questo.
Per il resto, dopo aver trovato lavoro e casa nel giro di due settimane dal mio arrivo, direi che non posso proprio lamentarmi.

Al di là delle cose pratiche, comunque, rimane il fatto che la vita del migrante rimane una vita a metà, almeno per i primi tempi. Personalmente, non sento affatto la nostalgia della nostra querida Italia. Sento più una certa nostalgia per le persone importanti che in Italia ho lasciato. Questo sì. E in certi giorni, questa nostalgia ti fa sentire, appunto, una persona a metà: di qua fisicamente, di là con il pensiero...

Per fortuna, le cose da fare son così tante che a volte non ho proprio il tempo materiale di lasciarmi prendere da queste paranoie!
Fare qualcosa, una qualsiasi cosa, in questa città è un'impresa: dallo spostarsi da un capo all'altro della megalopoli a fare la spesa; da lavare i panni sporchi all'incontrare amici...diventa tutto un' impresa, senza la benché minima certezza della riuscita della stessa!

Piano piano, da incallita campesina provinciana, mi sto convertendo in un animale da metropoli senza volerlo....è l'istinto di sopravvivenza che lo richiede!!! Quando ti devi spostare da un capo all'altro della città in colectivo, per esempio, non puoi certo farlo non sapendo delle piccole regole di base, altrimenti rischi di farti un'ora di autobus in piedi e schiacciato come una sardina...gli argentini hanno dei bei modi e dunque succede che in autobus, quando sale una persona anziana, le si ceda il posto...sì, lo so....dovrebbe essere così anche in Italia...ma non lo è, fate i seri!!! Ad ogni modo, dopo tre mesi di estadia nella città che non dorme mai, ho capito che in autobus i posti più strategici sono quelli in fondo. Ed infatti sono sempre occupati! La ragione è molto semplice: gli anziani non arriveranno mai al fondo dell'autobus e quindi tu puoi star pur sicuro di non doverti mai alzare per cedere il posto....è così, giuro!!! L'ho capito dopo tre mesi ed infatti per i primi due non mi sono fatta un viaggio intero seduta...
E questo è solo l'esempio principe degli esempi...


Comunque...l'inverno è cominciato. Ma il cielo di Buenos Aires qualche sorpresa te la riserva sempre. Come oggi quando, sul finire del pomeriggio, passeggiando per Palermo in una giornata che di bello non aveva proprio nulla tra vento freddo e grigiore tipico delle metropoli, un raggio di sole ha fatto capolino per illuminare le nuvole nel cielo e rendere evidente l'immenso orizzonte americano....e a farmi ricordare il perché son venuta fin quaggiù.