lunedì 4 luglio 2011

L'altra sponda del Rio della Plata...


Posta di fronte a dualismi come campagna/città, freddo/caldo, giorno/notte, non ho mai saputo dare una risposta, prendere una posizione. Ultimamente, ho cominciato a pensare che i dualismi ai quali noi sottoponiamo con stress le nostre menti malate in realtà non esistano. O meglio, facciano parte della "visione del mondo" occidentale, che ci è stata propinata come buona...se solo avessi studiato un po' di filosofia in più alle superiori, magari avrei scoperto molto prima che anche tra i nostri (inteso come occidentali) filosofi c'è stato chi ha contraddetto questa banale schematizzazione dell'esistenza...e vabbé...Ciò non toglie che tutto sia partito dall'Oriente, luogo in cui nessuno sprecherebbe il proprio tempo per cercare di dare risposte o prendere delle posizioni di fronte a dilemmi del genere. E questo perché nella visione del mondo orientale non possono esistere due principi opposti e inconciliabili: esiste piuttosto la polarità, ovvero un rapporto di reciproca dipendenza di due elementi contrapposti. In pratica non si può comprendere la campagna senza la città, né il freddo senza il caldo etc etc etc...


Tutto questo "pippone" filosofico per cercare di placare la mia "ansia occidentale della scelta", emersa in questi giorni di grave stress psico-fisico provocato dai mille impegni (di dovere e di piacere) che richiede la Metropoli. In pratica sto cercando di ricordare a me stessa che nulla è completamente bianco o completamente nero. Nello specifico, in questi giorni,  la mia mente da primo mondo ha cercato disperatamente di dare una risposta alla seguente domanda: dove vorresti vivere, Alida? In una metropoli con mille stimoli, vita da telefilm americano, psicopatologie da terzo millennio oppure in mezzo alla natura, con una quotidianità magari più "noiosa" ma con una qualità della vita che non ha pari?
Zero o miliardi di risposte...soluzione: a metà, vorrei vivere a metà. Nè di qua, né di là. In mezzo. Senza città sono certa che non riuscirei ad apprezzare come ora la natura e senza natura sono certa che mai riuscirei ad apprezzare la città.


Infatti, tutti questi "altissimi" pensieri sono stati indotti dalla mia seconda visita a Colonia del Sacramento, Repubblica (guarda un po') Orientale dell'Uruguay. Solito motivo: visto in scadenza, pericolo di diventare un "clandestino", una persona sgradita al Governo Argentino che mi sta trattando così bene. Dopo 2 mesi filati senza uscire dalla Capital, arrivare in questa oasi di pace che è Colonia, mi ha fatto ricordare chi sono e da dove vengo. Vengo dalla campagna, io. A 20 minuti e a 20km da Milano ma pur sempre campagna (almeno fino a qualche decennio fa). Sentire il "silenzio" di una ridente cittadina, tornare a vedere dei passeri che svolazzano in libertà, incrociare cani liberi di andare dove gli pare senza guinzaglio e padrone appresso, avere la possibilità di vedere sempre il cielo e respirare aria non contaminata da gas di scarico, sedersi ad un tavolo di un caffè per godersi il sole d'inverno... questa sì che è vita, questa sì che è la mia dimensione!!! Mi ci voglio trasferire....eh, no...ma poi dovrei rinunciare alle cene di comida tipica cina/armena/indiana/argentina/italiana/francese/spagnola/thai/giappo...consegnate direttamente a casa e consumate direttamente nel letto, al privilegio di poter fare a meno dell'automobile, al piacere di prendere un autobus alle 4 del mattino per tornare a casa, alla varia e variopinta umanità metropolitana...ma allora qual'è la mia dimensione?!!! AAARRRGGGHHHH!!!
No! Questi dilemmi sono inaccettabili. 
In attesa che io capisca dove mettere le radici, mi faccio aiutare dalla teoria della polarità e, per evitare psicodrammi di difficile gestione, cerco di abbandonarmi alla regola numero uno dello zen: vivere il presente, come qualcuno mi ha insegnato. E mi rendo conto che è anche facile perché, per uno strano(?) scherzo del destino, le due sponde del Rio della Plata racchiudono tutto ciò di cui in questo momento ho bisogno: da un lato mi Buenos Aires (querido), la città che non dorme mai; dall'altro l'Uruguay, terra incontaminata che, nelle mie gite mordi e fuggi a Colonia, si sta rivelando un paese meravigliosamente fuori dal tempo (prima o poi vi scriverò un post su questo stranissimo paese). A vivere il presente!

Foto Colonia